
Le nozze si sono celebrate nel municipio di Parma, a porte chiuse e senza nessun invitato, come da disposizioni ministeriali. “Viviamo settimane drammatiche, – ha spiegato il sindaco Federico Pizzarotti che li ha uniti in matrimonio – in lotta contro un nemico invisibile. Oltre al pragmatismo delle azioni e al lavoro di tutti i giorni per battere il virus, dobbiamo vivere anche di speranza e di amore. La loro è una storia di speranza e amore, e abbiamo bisogno di sentire anche questo, oggi: speranza. Auguro ai futuri sposi tutta la felicità di questo mondo“.
“Ho un matrimonio alle spalle con due bimbe di 12 e 10 anni, Arianna e Irene, – racconta Raul ai microfoni dell’Adnkronos – la convivenza con Monica ci ha portato altri 2 bimbi, Niccolò e Martina, di 3 e 2 anni. Fino ad oggi non ci siamo mai spostati, presi da mille cose. Oggi, nel momento in cui entrambi, su base volontaria, siamo stati chiamati a lavorare in un reparto o in un ospedale Covid, il rischio che uno dei due avesse qualcosa, come in un matrimonio di guerra, è aumentato molto e per tutelare noi (per avere in caso di malattia di uno dei due il diritto a sapere le condizioni dell’altro, essendo coniuge) e i bambini abbiamo deciso di sposarci“.
La scelta di unirsi in matrimonio durante questi giorni di dolore, rappresenta un forte senso di altruismo nei confronti della famiglia: “Sono giorni sofferti – spiegano – il tricolore che non abbiamo mai ammainato se non per ricordare i nostri morti, è oggi composto dal verde delle mascherine, dal bianco delle lenzuola e dal rosso del sangue versato. La malparata l’abbiam vista e il pericolo è diventato reale, molti colleghi si sono ammalati e stanno morendo. Eppure siamo qui, a coronare un sogno, abbiamo deciso di fare un passo avanti. La festa grande la faremo quando tutto questo sarà finito“.