Due vite , in libreria da febbraio 2021, è l’ultimo romanzo di Emanuele Trevi, tra i finalisti del Premio Strega 2021.
Edito da Neri Pozza, si tratta di un’opera in cui la componente biografica si fonde con la finzione letteraria, dando vita ad una narrazione in prima persona, che offre una rilettura personale delle opere e della personalità di due amici scrittori di Emanuele Trevi: Rocco Carbone e Pia Pera, scomparsi il primo nel 2008, la seconda nel 2016.
Due vite, due esistenze che l’autore indaga come amico-scrittore, connettendo tra loro i ricordi, gli episodi vissuti assieme, attraverso un’opera letteraria che si presenta al lettore come un unico flusso di coscienza, che si alimenta di pagine di vita, di nostalgie, di episodi non generici, ma peculiari, specifici, emblematici, traendo conclusioni molto personali sul percorso di due scrittori. Questa forma ibrida di bio-fiction è adottata dallo scrittore rendere i personaggi vicini al lettore, come lo erano a lui, in quanto amici…

“Scrivere di una persona reale e scrivere di un personaggio immaginato alla fine dei conti è la stessa cosa: bisogna ottenere il massimo nell’immaginazione di chi legge utilizzando il poco che il linguaggio ci offre” (pag.65)
Tra loro molto diversi, Rocco Carbone e Pia Piera vengono descritti da Emanuele Trevi in base alle impressioni da lui avute al primo incontro, per poi, ampliare la gamma di sfaccettature relative alla loro personalità, con il procedere del romanzo e del trascorrere del tempo.
Fin dal principio l’autore di Due vite fa intendere come si tratti di due figure agli antipodi e sfrutta proprio la loro radicale diversità come motore narrativo costruttivo di paragone e raffronto. Il primo ci viene descritto come una persona afflitta da un imperituro e “testardo” male di vivere, con la tendenza all’autodistruzione e, al contempo, come una persona incredibilmente desiderosa d’affetto, al punto da rimproverare gli amici quando questi non si siano fatti sentire come avrebbero dovuto.
Di Rocco Carbone, Trevi, analizza anche la scrittura, mostrando come questa sia lo specchio della sua personalità interiore: con un modo di intendere lo scrivere rivolto alla costruzione di spazi mentali allegorici, piuttosto che fisici, come l’autore dice riferendosi all’analisi dell’opera, a suo modo di vedere più compiuta, dell’amico scrittore, L’apparizione.
“In tutti i libri di Rocco, a partire da Agosto, mi sembra di poter riconoscere l’impronta dello stesso schema. L’apparire dell’altro non è l’epifania di una reale alterità, ma significa l’emergere di una parte nascosta, o rimossa, della coscienza” (pag 38)
Pia Pera, all’opposto, ci viene descritta come un anima gentile e sensibile, forse anche troppo attenta agli altri. Una donna propensa all’esplorazione, alla curiosità; al contempo un’ anima vitale, desiderosa di avere cura delle cose e della vita, come testimoniano, secondo Trevi anche i suoi ultimi scritti, con una riscoperta della vita di campagna, della cura dell’orto, da parte di una “cittadina” che riscopre il valore del tempo (pur rincorrendolo a causa della malattia) e il piacere di dedicarlo alla cura di qualcosa in grado di produrre energia e di vita.
“Da un punto di vista metafisico e teologico, l’esperienza raccontata ruota tutta intorno alla Natura e alla Grazia, al loro imprevedibile assomigliarsi e distinguersi. E Pia scrive quello che vive con una meravigliosa congruenza di parole e cose, il terreno considerato come una pagina e la coltivazione come scrittura – e viceversa” (pag 62).
Lettura fluida, intelligentemente contenuta nelle forme, perché rispettosa della complessità delle personalità descritte, senza enfatizzare sul trasporto emotivo, pur facendo comprendere il calore che legava Trevi agli amici scomparsi, Due vite è un portfolio di memorie e pensieri: un brain storming che è stato ordinato, su cui si è riflettuto e che è stato di conseguenza composto.
Come tutte le opere biografiche ben fatte, mantiene le luci e le ombre delle figure descritte e, soprattutto, mette in evidenza che si tratta di interpretazioni dello stesso scrittore, filtrate, quindi, inevitabilmente dal suo sguardo, dalle sue valutazioni, dal suo legame, dai suoi errori, dai momenti belli passati insieme e da quelli in cui si è stati lontani.
“Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta
di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene” (pag 51).