Alcune di queste, in particolare cinque, vedevano gli scheletri avvinghiati da un falcetto agricolo, una sistema che, dapprima, era stato identificato come una prevenzione contro il “ritorno dal mondo dei morti” da parte del defunto. Il falcetto avrebbe dovuto tagliare di netto il collo del “non morto” quando questi avesse tentato di alzarsi, impedendogli quindi di diventare un vampiro (il cimitero stesso guadagnò il soprannome “dei Vampiri). Uno studio recentemente pubblicato respinge questa teoria, e afferma che il falcetto fosse una prevenzione contro l’attacco da parte dei demoni al neo-defunto.
Gli scheletri che avevano il falcetto erano due donne adulte di circa trent’anni, un uomo fra i 35 e i 44 anni, una ragazza d’età compresa fra i 14 e i 19 anni e una donna sulla cinquantina che aveva la falce avvolta attorno al bacino.


La paura dei vampiri era in particolar modo legata al fenomeno dei cadaveri che venivano trovati con del sangue sulla bocca. Questo è un fenomeno naturale assai comune se la morte avviene in modo repentino o per causa di una malattia virale come il Colera, ma veniva interpretato dagli antichi come un fenomeno di vampirismo.

Polcyn e Gajda notano, tuttavia, che le tombe che si trovano a Drawsko manchino delle caratteristiche tipiche delle sepolture anti-vampiro, in quanto non furono riaperte e i corpi rinvenuti all’interno non furono mutilati. Al contrario erano mischiati con gli altri membri della comunità in una terra consacrata, e le sepolture avevano correttamente la testa rivolta verso ovest. Inoltre sono presenti pochissime lesioni, e le tracce rimaste nelle bare di legno suggeriscono che i corpi furono sepolti con delle monete in bocca.

Al tempo delle sepolture, nel XVII secolo, la Polonia come gran parte dell’Europa stava attraversando un periodo tumultuoso caratterizzato da guerre devastanti, la fame, la peste e la povertà. Anche se la Polonia era uno stato assolutamente fedele alla Chiesa di Roma, lo studio rileva che l’incertezza dei tempi portarono ad una recrudescenza delle credenze pagane e della superstizione popolare, fra cui la demonologia, alimentato dal clero cattolico che diffondeva la paura del diavolo e della stregoneria. Coloro che morivano improvvisamente senza ricevere un rito funebre per alleviare il passaggio dalla vita alla morte, ma anche coloro che soffrivano di una morte violenta, erano considerati particolarmente a rischio di demonizzazione. “Nella percezione del popolo queste persone erano in uno stato particolare, nel mezzo fra il mondo dei vivi e quello dei morti, che poteva farli diventare dei demoni“.
Gli autori ricordano che la saggezza popolare suggeriva che le falci allontanassero gli spiriti maligni dalle donne in travaglio e dai bambini, ma anche, ovviamente, dai morti. Il ferro è un elemento che simboleggia il passaggio dalla vita terrena a quella ultraterrena (dal momento che si trasforma nel fuoco) ed è un simbolo tradizionale per la transizione. Gli autori dicono che saranno necessari ulteriori test per risolvere il mistero delle cinque sepolture con le falci, ma che la spiegazione legata al semplice vampirismo non è certamente plausibile, se non altro perché incompleta.
