Quando senti o leggi la parola tappeto volante sicuramente pensi a racconti del lontano oriente, come Aladino ne “Le mille e una notte”. Altre persone meno fortunate però assoceranno per sempre questa immagine a terribili ricordi.
Esecuzione del tappeto volante
Il tappeto volante altro non è che una tavola di legno su cui viene legato supino il prigioniero. In questa posizione, completamente immobile e inerme, viene picchiato dai suoi aguzzini e viene torturato con scosse elettriche, applicate principalmente nei punti più sensibili, zone genitali e testa.
Il tappeto volante non è fisso, ma mobile e può essere piegato in due, portando le due estremità a unirsi. Quando un prigioniero è legato al bisat al-rih, spesso le due metà della tavola di legno vengono piegate verso l’interno, piegando il corpo del prigioniero a forma di “V”, portando ad avvicinarsi i piedi e la testa. Questo provoca forti dolori e serie lesioni, talvolta permanenti, alla spina dorsale. Una volta in questa posizione, viene picchiato e torturato con l’elettricità.
Testimonianze
Ecco alcune testimonianze di prigionieri sottoposti alla tortura del tappeto volante.
Un uomo di 23 anni racconta di come sia stato torturato con il bisat al-rih. E’ stato legato ad una tavola di legno, in posizione supina e completamente nudo. Poi gli sono stati applicati degli elettrodi al pene e gli sono state inflitte scariche elettriche talmente dolorose da farlo svenire. Una volta rinvenuto ricorda di come il suo corpo fosse completamente blu per la quantità di lividi presenti in ogni centimetro di pelle.
Un altro uomo racconta della sua esperienza sul tappeto volante. Anch’egli è stato legato, supino e completamente nudo, su una tavola di legno. Poi il meccanismo della tavola è scattato e le due metà hanno cominciato ad avvicinarsi, lasciando il corpo del prigioniero in forma di “V”. Questo gli ha provocato forti dolori alla parte bassa della schiena e mentre si trovava in questa posizione è stato picchiato per ore dai suoi aguzzini. Ricorda che erano in tre e lo picchiavano a turni. Quando il turno di un torturatore era finito, si sedeva ad un tavolo a fumare e a bere tè fino a quando toccava di nuovo a lui.