Cosa mangiare a Piacenza: ecco tutti i piatti della tradizione

Siamo ufficialmente entrati nel periodo natalizio e se vi capita di fare una gita fuori porta a Piacenza, dovete assolutamente sapere cosa andare a mangiare. A cavallo tra Emilia Romagna, una delle regioni in cui si mangia meglio al mondo, Lombardia e Liguria, La Primogenita è una città ricca di storia e di cultura, piena di vita e passione, tant’è che, ogni anno, sempre più persone cercano casa a Piacenza per venirci a vivere. Ma soprattutto è una città in cui si mangia bene. Anzi, in cui si mangia davvero bene!

Che si scelga uno dei raffinati ristoranti del centro o una delle numerose trattorie sparse su tutto il territorio provinciale, ci sono dei piatti tipici della tradizione piacentina ed emiliana che non potete decisamente perdervi. Ecco dunque un viaggio attraverso la storia culinaria della città, perché per vivere davvero una città, bisogna mangiare il cibo locale!

Menù tradizionale

L’offerta gastronomica piacentina è decisamente ampia e variegata: il giusto mix tra sapori, gusti e tradizioni diverse, confluite in questa provincia che potremmo definire “di confine”. Da una parte, infatti, è forte la presenza di pasta e salumi, ingredienti tipici dei territori emiliani. Dall’altra, la cucina di Piacenza fa anche largo uso di riso, di trippa e di luganega, cibi caratteristici lombardi. Infine, non va dimenticata l’influenza della tradizione ligure, rappresentata principalmente dall’utilizzo di abbondante verdura.

Proviamo quindi a stilare una sorta di perfetto, ma soprattutto abbondante, menù tradizionale, con tutte le migliori prelibatezze e i piatti più tipici di Piacenza: il tutto, ovviamente, da gustare in compagnia di una bella bottiglia di Gutturnio, vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Piacenza e ottenuto dai vitigni di Barbera e Croatina.

Antipasti

Un pasto piacentino degno di questo nome inizia, obbligatoriamente, con un bel tagliere di salumi e formaggi. È legge che sia così, anche perché Piacenza è l’unico distretto a livello europeo a vantare ben 3 salumi a marchio DOP, ai quali si aggiungono i 2 formaggi tipici di questa zona: il Provolone Valpadana e Grana Padano. I protagonisti, si diceva, sono però i salumi: la Coppa, dalla dolcezza assolutamente fuori dal comune, la Pancetta, particolarmente ricca di grasso e spezie, e il Salame, decisamente dolce e saporito, sorprendentemente delicato.

Per godere appieno dei sapori di questi salumi, il tagliere va accompagnato con:

  • L’antichissima “burtleina” (la bortellina), ovvero una sorta di frittata piuttosto croccante, fritta in olio o strutto;
  • I “chissulein” (i chissolini), che altro non sono che dorati e gustosi rombi di sfoglia fritta in strutto (od olio), che altrove chiamano “gnocco fritto”;
  • Le “batarö”: focaccine composte da un misto di farine di grano e mais.

Altri antipasti tipici di Piacenza sono la “pistä ad gras”, ovvero lardo di maiale pestato con aglio e prezzemolo, da godere sul pane o sulla polenta, e la torta di patate De.Co. (Denominazione Comunale d’Origine): su una base di pasta sfoglia si adagia un impasto di patate, burro, grana, cipolla e, in alcune varianti, salsa di pomodoro.

Primi piatti

Tra le prime portate, la pietanza di origine contadina più classica sono i “pisaréi e fasö”. Sono, in sostanza, dei piccoli gnocchi di farina e pangrattato vengono insaporiti con un gustoso sugo di fagioli borlotti, cipolla, lardo e pomodoro. Anche questo piatto è contrassegnato dal marchio De.Co.

Alternative altrettanto piacentine sono:

  • Gli anolini, ovvero pasta all’uovo ripiena, che van per la maggiore durante la cena della vigilia di Natale, cotti nel tradizionale brodo di terza, ovvero ottenuto da tre differenti tagli di carne. Il ripieno è, di norma, composto da stracotto di manzo, pane grattugiato, Grana Padano, uova e noce moscata;
  • I tortelli alla piacentina e i tortelli di zucca: i primi sono ripieni di ricotta, spinaci e grana, mentre i secondi si differenziano da quelli di altre province limitrofe per l’assenza di mostarda o amaretti;
  • Le lasagne alla bobbiese, condite con besciamella e funghi.

Chiudiamo con quello che è un piatto capace di soddisfare anche gli stomaci più capienti, ovvero la bomba di riso alla piacentina. Si tratta di un pasticcio di riso e carne di piccione, di cui pare andasse molto ghiotta Elisabetta Farnese, regina di Spagna: un piatto regale per i palati più raffinati!

Secondi piatti

Secondo simbolo della gastromonia di Piacenza, è lo stracotto alla piacentina, inserito nell’Albo dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani. È una prelibatezza che richiede molto tempo per essere cucinata, ma ne vale davvero la pena: si tratta di carne di manzo (o cavallo) cotta per lungo tempo in un sugo a base di passata di pomodoro, aromi e vino.

Molto, molto apprezzata è anche l’accoppiata polenta e cavallo, ovvero la “pìcula ‘d caval”: un ragù di carne trita di cavallo, dal sapore decisamente robusto, accompagnata, ovviamente, da polenta in abbondanza. Piatto legato alla cucina povera di un tempo, ma che ancora oggi soddisfa, in particolare, chi cerca i sapori genuini di un tempo.

Altri secondi tipici sono:

  • La trippa alla piacentina, ovvero interiora di manzo cotte e insaporite con verdure miste (soprattutto sedano, carota e pomodoro), cipolla e aglio;
  • Il salame cotto, che si sposa a meraviglia con il purè di patate o la polenta;
  • Le verdure ripiene, tra le quali citiamo in particolare le zucchine, i cavoli e le foglie di verza, davvero gustose;
  • Il “tasto” (o “tasca”): squisita carne di vitello ripiena di un composto di spinaci, formaggio, pancetta e uovo.

Dolci

La storia e la tradizione dolciaria di Piacenza non sono ricche come quelle dei piatti di portata e, per lo più, si basa su preparazioni semplici, realizzate con prodotti genuini, come quella dei “turtlitt”: tortelli dolci cotti in forno o fritti, che venivano realizzati all’inizio di gennaio per recuperare alcuni avanzi del Natale, tant’è che il ripieno può essere molto diverso da ricetta a ricetta e può prevedere castagne, mostarda, amaretti o marmellate di vario tipo. I “bus(s)lanein”, invece, sono i tipici biscotti piacentini dall’inconfondibile sapore e aroma. Estremamente semplici da realizzare, gli ingredienti sono farina, burro, latte o vino bianco e zucchero, sono riconosciute De.Co. al comune di Rottofreno.

I “farsö” sono tipiche frittelle, originarie della Val Trebbia e in genere preparate a Carnevale e per la festa di San Giuseppe, sono composti da pasta molto lievitata di forma tondeggiante, fritta in olio o strutto. Mentre il “latt in pé”, ovvero il latte in piedi, infine, è sostanzialmente una versione più delicata del crème caramel, fatto con latte, zucchero e uova.

Tipiche della zona sono anche tutta una serie di torte molto semplici come la “pattona”, a base di farina di castagne, e la “sbrisolona”, in cui l’ingrediente principale sono le mandorle.

redazione