Tutte quante ormai indossiamo i pantaloni senza farci problemi, ma non è stato sempre così e Helen Hulick, la prima donna a finire in carcere per difendere il diritto di indossarli, ne sa qualcosa. Quindi è grazie anche a lei se oggi possiamo essere un po’ più libere di indossare ciò che vogliamo e soprattutto quando vogliamo.
Helen Hulick (1908-1989) era un’educatrice statunitense che applicava terapie innovative e rivoluzionarie per l’epoca nell’insegnamento ai bambini con problemi di linguaggio e udito. Però nella storia ci è entrata per un altro motivo, uno più sociale e civile: il diritto delle donne di poter indossare i pantaloni. Si è battuta per le sue cause anche dopo essere stata reclusa in carcere e diffamata dal potere maschilista dell’epoca. Un perfetto esempio di donna forte, indipendente e anticonformista.
Era il non così lontano 9 Novembre 1938 e Helen Hulick era stata convocata a testimoniare in tribunale a Los Angeles, a seguito di uno scasso avvenuto proprio nella sua abitazione. Ma lei, invece che presentarsi in gonna come tutte le ragazze del mondo dell’epoca, si presentò davanti alla Corte indossando i pantaloni. Il giudice Arthur S. Guerin, indignato, sospese l’udienza e intimò a Helen di presentarsi con un abbigliamento più femminile la volta successiva. Parole inutili, in quanto Helen Hulick si ripresentò in tribunale con indosso i pantaloni in segno di provocazione. Il giudice cedette all’ira e interruppe ancora una volta l’udienza intimando:
“L’ultima volta che si è presentata a questa corte, vestita come ora, ha attirato l’attenzione dei presenti, dei prigionieri e del tribunale più del procedimento in corso. Le è stato chiesto di tornare con un abito accettabile per una procedura in tribunale. Oggi è tornata indossando dei pantaloni, sfidando apertamente la corte (….). La corte le ordina di tornare domani con un abito adatto. Se insiste a indossare i pantaloni, le verrà impedito di testimoniare (…). Ma sia pronta a essere punita secondo la legge per oltraggio alla corte”

Ma la giovane maestra d’asilo, aveva solo 28 anni, non si fece intimidire e al Los Angeles Times dichiarò:
“Dite al giudice che farò valere i miei diritti. Se mi ordina di mettermi un vestito, non lo farò. Mi piacciono i pantaloni. Sono comodi… Tornerò con i pantaloni, e se (il giudice) mi mette in prigione, spero che ciò possa aiutare le donne a liberarle per sempre dagli ‘anti-pantalonisti“
All’udienza successiva, fedele a se stessa e con il sostegno dell’avvocato William Katz, Helen Hulick si ripresentò in pantaloni, giustificandosi di indossarli dall’età di 15 anni e di possedere solamente quelli, a parte un abito da cerimonia che però sarebbe stato fuori luogo e inappropriato. Il giudice allora trovò il modo per farle indossare un abito femminile e la incarcerò. Al tempo le divise delle detenute erano composte da un semplice abito di jeans. Naturalmente l’avvocato ricorse in appello e infatti la Hulik passò solo 5 giorni in carcere. Ma il risvolto fu sorprendente, infatti grazie all’istanza di appello venne decretato il diritto di tutte le donne ad indossare i pantaloni anche in tribunale.
Un perfetto esempio di girl power.