Monza, la storia di Burghy torna in vita grazie a Burgez

Il piccolo vince sul grande. Burgez rievoca nel cuore di tutti lo storico fast food italiano “Burghy”,  con l’apertura di Monza. Burgy era stato ceduto a Mc Donald’s nel lontano 1996, che lo aveva inglobato e successivamente chiuso nei vari fast-food posti in giro per la penisola. Ma quei vetri, tappezzati con la scritta Burghy hanno letteralmente mandato in tilt la città di Monza, i cui cittadini si sono scatenati sui social, lodando la scelta della catena milanese del burger.

Una scelta coraggiosa, sopratutto in un periodo come questo, che dimostra quanto l’umanità scorra nelle “piccole realtà” rispetto alle grandi, segno che un investimento non è guidato solamente dall’andamento dei flussi finanziari, ma anche da un sentimento che viene da dentro.

Oltre alla decisione di aprire a Monza,  Burgez stupisce aprendo di fianco a McDonald’s. Il franchising americano, conosciuto in tutto il Mondo.

Burgez, invece, decide di continuare la sua campagna di attenzione al cliente, puntando non solo sulla soddisfazione attraverso i propri panini, ma provando a riempire anche il vuoto lasciato nel cuore di Monza dopo la scomparsa di Burghy. E’ l’effetto”nostalgia” quello che Ciaruffoli, insieme al suo staff, ha voluto creare. E c’è riuscito. Difficile che Ciaruffoli sbagli un colpo. Anche questo è andato a segno.

Il fondatore di Burgez, Simone Ciaruffoli, che avevamo intervistato recentemente, ci ha voluto rilasciare la seguente dichiarazione:

“L’operazione nostalgia parte da lontano, nel libro che è appena uscito per Mondadori, ossia “Il vangelo secondo Burgez”, c’è un capitolo dove racconto dell’amore per Burghy ed il fatto che prima della nascita di Burgez partecipammo ai tavoli tematici di Expo2015 con un progetto che si chiamava Hamburghy. Quando abbiamo trovato la location di Monza (Corso Milano 11), a fianco di McDonald’s, ho subito pensato che fosse una cosa simpatica omaggiare e ricordare Burghy, proprio di fianco, appunto, al fast food americano che, nel 1996, rilevò il fast food italiano. Non ci interessa sapere se il marchio Burghy, inglobato in McDonald’s, sia ancora esistente oppure sia stato rinnovato negli anni da McDonald’s, il nostro è un atto d’amore, e gli atti d’amore non vanno mai censurati. Se qualcuno lo farà, andremo al contrattacco con un’altra campagna”

Un gesto di grande importanza, degno di nota, che sicuramente la città di Monza non dimenticherà. Una scelta che va verso la richiesta di tutte le istituzioni di supportare le attività locali e sicuramente Monza non si farà trovare impreparata.

Paride Rossi