Potrebbe essere il nostro George Floyd, secondo le dichiarazione del genero Angelo Pinto, occorre fare chiarezza sulla morte di Angelo Marotta un uomo di 63 anni di Fidenza. Il Marotta, nella serata di domenica scorsa è stato fermato da una pattuglia della polizia e trovato alla guida, sprovvisto di cinture di sicurezza. Durante il fermo, sembrerebbe che la sua reazione sia stata particolarmente concitata, tanto che gli agenti si sarebbero visti costretti ad ammanettarlo. Nel tentativo, tuttavia, sarebbero stati spintonati ed aggrediti verbalmente. Nel subbuglio del momento, probabilmente colto da un malore, si è accasciato esanime per terra. Non era la prima volta che il Marotta veniva fermato dalle volanti sprovvisto del dispositivo di sicurezza alla guida, domenica sera il blocco per lui è stato fatale. Infatti,nonostante le forze dell’ordine abbiano chiamato tempestivamente un’ambulanza per prestare soccorso, gli operatori del 118, dopo gli svariati tentativi di rianimarlo si sono visti costretti a constatarne il decesso. Nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia del corpo per accertare i veri motivi della morte, nel frattempo, i magistrati hanno chiesto di ascoltare gli agenti della pattuglia. La famiglia dell’uomo, non crede conoscendo l’indole pacata di Angelo che la morte sia accidentale, lo stesso genero Angelo Pinto, afferma di avere raccolto testimonianze che avvicinano il caso a quello americano del povero Floyd, ” Non ci spieghiamo come possa essere accaduto un evento del genero. Per noi è tutto riconducibile ai fatti americani, per futili motivi si sono permessi di ammanettarlo, buttarlo a terra e soffocarlo. Un abuso di potere vero e proprio, come quello del povero americano ucciso”. Secondo altri, gli agenti hanno fatto di tutto per cercare di calmarlo, fino ad arrivare al momento di porre le manette, a quel punto, si è accasciato all’improvviso. Angelo Marotta, vedovo e bracciante agricolo in pensione da circa dieci anni, viene descritto come un uomo molto socievole, era sofferente di cuore e di alcune patologie respiratorie tanto che portava sempre con sé un certificato che comprovava le sue patologie. Secondo il genero viveva per i suoi cari, ed adorava i nipoti. Il legale della famiglia di Marotta, l’avv.Carlo Ambrosini chiede che i fatti vengano ben esaminati dalla procura e che sia fatta chiarezza su una morte che a loro dire poteva essere evitata, non si può morire per strada e rischiare di essere ammanettati solo perchè non si indossano le cinture di sicurezza.
