Reboot e crossover: il cinema 2.0

Se guardiamo alle produzioni hollywoodiane di qualche decennio fa, noteremo come le grandi saghe cinematografiche si siano protratte nel tempo quasi esclusivamente grazie a sequel più o meno riusciti. Negli ultimi anni invece abbiamo assistito ad un cambiamento nel modo in cui i grandi franchise hanno deciso di presentare i loro prodotti. Se, come detto, fino a qualche tempo fa ogni saga aveva un certo gruppo ristretto di protagonisti che nel corso delle varie pellicole davano vita a storie di vario genere, recentemente abbiamo potuto assistere all’evoluzione di questo concetto grazie alla nascita, o meglio alla trasposizione sul grande schermo, dei cosiddetti Universi Narrativi. Tanti personaggi- tutti facenti parte appunto dello stesso universo- sono protagonisti di vari film, tutti più o meno collegati, le cui trame poi convergono in ulteriori film in cui questi protagonisti incrociano le loro strade. Questo nuovo stile narrativo dà quindi ai produttori la garanzia di avere in mano un prodotto estremamente longevo -potenzialmente infinito- con cui intrattenere i fan per un periodo di tempo che può andare da 5-6 anni a più di un decennio.
Ormai, in un certo senso, quando andiamo al cinema ciò che vediamo non è più un film ma un maxi episodio di una serie tv, di cui ogni anno vengono rilasciati uno o più episodi della durata di due ore circa.

Di esempi ce ne sono tantissimi ma il più emblematico fino a questo momento è senz’altro quello del Marvel Cinematic Universe, che dal 2008 ha iniziato a portare sul grande schermo le avventure dei supereroi della Marvel, ottenendo enormi successi al botteghino. Riprendendo per un attimo il parallelismo con le serie tv, possiamo notare come i Marvel Studios abbiano diviso i film del franchise in tre “fasi” ricordando la pratica comune alle serie tv di suddividere la storia in “stagioni”. Qualcosa di analogo a quanto fatto dai Marvel Studios sta prendendo corpo ad opera della DC Comics con il DC Extended Universe. Il primo film a farne parte è stato il reboot della saga di Superman, “L’Uomo d’Acciaio” uscito nel 2013, al quale si aggiungeranno “Batman v Superman: Dawn of Justice” nel 2016 e altri nove film in diverse fasi di produzione, da qui al 2020. La “guerra” a suon di crossover tra i Marvel Studios e la DC Comics non si è limitata solo al cinema ma si combatte anche sul piccolo schermo dove la DC Comics sembra primeggiare. Tutto ha avuto inizio con “Arrow” nel 2012, da cui è nato poi lo spin-off “The Flash” nel 2014. I crossover tra le due opere sono stati parecchi e hanno reso ancor più interessanti le due serie tv al punto che nel 2016 ha già preso il via una terza serie facente parte dello stesso Universo Narrativo: “Legends of Tomorrow”.

Ma la Marvel non è stata a guardare, anzi ha rilanciato inserendo altro materiale al già vasto Marvel Cinematic Universe. Oltre alla serie “Agent of Shield” lanciata nel 2013, i Marvel Studios hanno stretto una partnership con Netflix per la produzione di quattro serie tv incentrate su quattro eroi ancora inediti nel Marvel Cinematic Universe -Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist- più una quinta serie crossover “Marvel’s The Defenders”.
Il concetto di crossover però, non è l’unico che si sta affermando nel mondo cinematografico moderno, ne è la prova la nuova saga di Star Wars, che ci terrà compagnia ogni anno fino al 2020. Nel 2015 abbiamo visto che “Episodio VII: Il Risveglio della Forza” non può essere definito un sequel vero e proprio, ma una via di mezzo tra un sequel e un reboot. La presenza di numerosi nuovi personaggi, le cui vicende vanno a collegarsi con quelle dei protagonisti delle saghe precedenti, e di una trama fortemente “scopiazzata” (almeno fino ad ora) dai film usciti a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 mostrano questa contaminazione.

Il semi reboot è qualcosa che abbiamo già visto di recente in altre saghe – Pirati dei Caraibi e Transformers su tutte, sono già ripartite con nuove trilogie- e riesce a dare nuova linfa a storie che sembravano essere giunte al capolinea. Possiamo affermare lo stesso anche di Jurassic World, e di Terminator: Genisys, mentre possiamo definire veri e propri reboot i due film della saga “The Amazing Spider Man” e il nuovo deludente film sui Fantastici 4.
C’è poi un ultima tipologia da analizzare: lo spin-off. I personaggi o gli eventi secondari in un’opera madre, occupano un ruolo centrale in una nuova serie tv o film. Basti pensare ai tre spin-off di Guerre Stellari che arriveranno al cinema nel 2016, 2018 e 2020, o alla saga spin off di Harry Potter che vedrà la luce quest’anno con il primo capitolo “Animali fantastici e dove trovarli”. In tv l’idea è ancor più radicata, ogni serie che si rispetti deve avere uno spin-off. E così negli anni abbiamo assistito alla nascita di tantissime serie satellite: CSI Miami e CSI New York, Angel, Better Call Saul, Privact Practice, Fear The Walking Dead, solo per citarne alcune.

Appare dunque evidente come i produttori e i proprietari dei grandi franchise abbiano trovato il modo di lucrare, spremendo fino all’osso le proprie creature, cercando di portare sullo schermo – grande o piccolo che sia- un clima familiare allo spettatore. Queste tecniche vogliono fidelizzare il pubblico, proponendo ambientazioni e trame abbastanza simili tra loro ma pur sempre interessanti grazie a quel qualcosa che volgarmente possiamo chiamare “effetto Wow” che puntualmente colpisce anche lo spettatore più scettico.



Questo modo di fare spettacolo non è però esente da difetti. Se infatti un pubblico di appassionati può comunque apprezzare le storie nonostante la ripetitività delle trame, è altrettanto vero che c’è una parte di pubblico che presto o tardi si stancherà nel vedere opere che non volgono mai al termine e che si riciclano in maniera sempre più “delirante” nel corso degli anni. I risultati al botteghino, al momento lasciano intendere che questa nuova strada intrapresa dell’industria dell’intrattenimento sia quella vincente (Star Wars ha battuto ogni record di incassi e le saghe con protagonisti i supereroi che ci tengono compagnia da ormai un decennio continueranno ancora per diversi anni) quindi per il momento a noi spettatori non resta che scegliere se “affezionarci” a questi franchise o se ritenerli nient’altro che una minestra riscaldata.