Fin dal Rinascimento, lo studio o camerino è per eccellenza il luogo in cui gli illustri proprietari, artisti di varia natura o ricchi amatori di cultura, coltivavano il sacro otium latino, dalla lettura all’amabile chiacchiericcio con intellettuali di ogni tipo. Dalla metà del 500, poi, lo studio divenne sede di meravigliose raccolte d’arte o enciclopediche, quali dipinti, vasi, sculture, libri, monete antiche, medaglie. Successivamente, arricchendosi di rarità e oggetti preziosi come conchiglie, animali esotici, pietre e minerali furono definite camere delle meraviglie o Wunderkammer. Nate come stanze segrete, passarono da ambienti privati a di rappresentanza, ossia aperti a chiunque ne facesse richiesta.
Man mano gli studi, non si limitarano più ad essere semplici contenitori di opere ma l’habitat naturale dell’artista. Microcosmo dell’individuo, regno del caos e il posto maggiormente deputato alla creazione. Molte foto ritraggono i maggiori pittori, gli scultori ma anche gli architetti di ogni epoca nel loro massimo momento creativo, circondati da quelle stesse opere che andiamo ad ammirare nelle gallerie e nei musei più famosi di tutto il mondo.
Da Frida Kalho, costretta a dipingere seduta a causa dei suoi gravi problemi motori, a Pablo Picasso con le sue numerose modelle spesso anche amanti, al disturbante disordine di Francis Bacon e molti altri. Troviamo addirittura uno scatto che mostra il famoso regista visionario David Lynch, nato come pittore.
Ecco quindi le istantanee che illustrano quanto uomo e luogo tendano a diventare simili l’uno all’altro.








